Per molti studenti si sono già aperti i cancelli della scuola, per molti altri l’apertura è imminente.
Intendiamo indirizzare qualche considerazione sia a quanti hanno già familiarizzato con la scuola superiore sia a quelli che per la prima volta vi entrano a far parte.
Lo studio è fatica e impegno, ma produce grande e intensa soddisfazione.
Lo studio è il passaporto per la scoperta del mondo, della vita di cui siamo parte attiva, la premessa per meglio interpretare il ruolo di cittadini responsabili e appassionati del bene comune.
Lo studio è l’occasione più propizia per l’allargamento dei confini, per la conquista del sapere, che si traduce in ricchezza di mente e di cuore, e ci dischiude le porte della più ampia conoscenza del mondo e dell’uomo e, seppure ci lascia talvolta in preda ai dubbi, al tormento, ci consente di vivere una vita, se non serena, almeno consapevole del mondo in cui viviamo.
E ci soccorre, il giorno in cui ricordiamo i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, l’invito di Ulisse ai suoi compagni perché non si accontentassero del già visto e vissuto ma guardassero oltre, oltre quello che ritenevano di avere già acquisito, sottolineando che l’essenza dell’uomo è andare oltre, non concedere soste al bisogno di sapere: “Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti,/ ma per seguir virtute e canoscenza”.
Guardandolo da un lato pratico, lo studio, la scuola ci permettono di costruire le basi per un lavoro futuro, dignitoso, svolto con competenza, con passione, che gratifichi nel profondo il nostro essere e che contribuisce a renderci cittadini che operano per il bene comune.
Non è facile riprendere l’attività scolastica normalmente, dopo un anno e mezzo di impegno variegato, costato tanti sacrifici, agli studenti, ai docenti, alle famiglie. E’ stato fatto tanto, come impegno, ma come risultati sono stati inferiori agli sforzi messi in campo: è mancata la relazione fondamentale tra alunni e docenti che è l’anima del rapporto educativo.
Condividiamo la scelta del Ministro di partire subito e in presenza, perché la scuola deve recuperare la centralità nella formazione degli studenti, piccoli e grandi.
Sicuramente vivremo una fase di transizione, per mettere in atto tutti gli adempimenti e procedure necessarie a garantire e tutelare la salute di tutti, del personale scolastico tutto, degli studenti, delle famiglie che, a vario titolo, frequenteranno le scuole.
Ma sono convinto sarà breve e renderà la sicurezza evidente, e più agevole la funzione primaria dell’istituzione scolastica.
Sarà anche l’occasione per i titubanti a saltare il Rubicone e convincersi che il vaccino è l’unico strumento attualmente disponibile per recuperare una quotidianità, anche nel mondo della scuola, più normale e degna di essere vissuta con serenità.
Ed è la serenità della relazione, lo sforzo necessario a rendere più proficuo e utile l’impegno a scuola che auguro a voi tutti, studenti grandi e piccoli, perché la vita torni pienamente normale; non dimenticandovi però di coloro che vi accompagneranno, i vostri docenti, il personale scolastico tutto, dal dirigente ai collaboratori, tutti impegnati, come comunità educante, a contribuire alla vostra crescita culturale e umana.
Buon anno scolastico, buon lavoro!
Nicola Prebenna